Strumenti di ricerca - di Marco Guastavigna, pubblicato in “Insegnare”, 4-2005

 

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono introdurre nella didattica numerosi ed importanti valori aggiunti. Tra questi vi è l’avere, attraverso Internet, il mondo (digitale) sulla “porta di scuola” e quindi la possibilità di utilizzare per le attività di apprendimento “in presenza” risorse culturali a distanza, ovviamente integrandole nel percorso formativo complessivo e non per ragioni fini a se stesse. La finalità non deve infatti essere avviare ricerche frettolose e, magari, scarsamente attente ai contenuti ed ai risultati per imparare le pratiche tecnologiche relative al Web; dobbiamo invece usare le potenzialità del Web per favorire e sviluppare i processi cognitivi collegati al reperimento, alla valutazione ed alla rielaborazione di informazioni pertinenti rispetto ad un obiettivo di ricerca definito e didatticamente importante. In un’impostazione didattica di questo genere l’insegnante ha un ruolo essenziale, l’esercizio della mediazione culturale, che si tradurrà soprattutto nell’aiutare gli allievi a valutare l’effettiva significatività delle risorse trovate ed a rielaborarle, analizzandole, sintetizzandole, collegandole confrontandole tra di loro e con quelle proveniente dalle fonti più tradizionali. È quindi necessario che gli insegnanti si tengano aggiornati sull’evoluzione logico-operativa degli strumenti per la ricerca su Internet. Prima di dare un contributo in questa direzione, voglio sgomberare il campo da una semplificazioni particolarmente ingenua: secondo alcuni sarebbe possibile risolvere in modo preliminare e definitivo il problema del rapporto con le dinamiche cognitive necessarie per usare bene un motore di ricerca per “parole-chiave” attuando con gli allievi percorsi propedeutici sulla produzione di queste ultime. Si tratta purtroppo di un'impostazione tanto diffusa quanto illusoria, perché la capacità di usare le parole-chiave "giuste" dipende dalla conoscenza del lessico relativo al campo di ricerca indagato di volta in volta. Allo stesso modo, un’indagine condotta utilizzando un motore di ricerca per “cartelle gerarchiche”, prevede che conosciamo le categorie concettuali nelle quali inserire l’argomento a cui siamo interessati. Insomma, l’uso delle tecnologie digitali può consentire di affrontare la complessità del sapere con attrezzi quantitativamente potentissimi, ma non prevede “scorciatoie cognitive”. Del resto, proprio l’analisi ravvicinata di alcuni motori di ricerca, perno di questo articolo, ci fa rapidamente rendere conto del fatto che siamo di fronte ad un universo in continua trasformazione, nel quale si cerca di fornire soluzioni nuove e qualificate ai problemi che via via si presentano. E così non si può non prestare costante attenzione a Google, da tempo il più usato ed efficace motore “generalista”, sul quale si conducono ricerche su qualsiasi argomento e senza alcuna limitazione. Google si segnala ultimamente non solo per la velocità di esecuzione delle ricerche impostate e per la semplicità dell’interfaccia di comunicazione con chi lo utilizza, ma anche per i numerosi servizi aggiuntivi, introdotti via via che cresce la consapevolezza dei vantaggi e delle difficoltà derivanti dalla possibilità di accedere a quantità di informazioni di dimensioni sempre più ampie. E così è disponibile un ambiente per la traduzione delle pagine in varie lingue (con ovvio privilegio dell’inglese); questo servizio può essere utile per avere un’idea di massima del contenuto delle pagine, tale da mettere l’utente nelle condizioni di comprendere se gli interessano e se vale quindi la pena di ricorrere a mezzi più sofisticati per una comprensione più precisa ed approfondita. Accanto a questo servizio, segnalo anche “Google suggest” e “Google Scholar”. Nel primo caso l’utente viene assistito nella sua ricerca: quando comincia ad inserire una parola chiave (od anche una porzione di essa) l’ambiente comincia infatti a suggerirgli completamenti e, soprattutto, possibili combinazioni con altre parole; questa seconda possibilità è decisamente interessante, perché può costituire un potenziamento effettivo dell’attività di ricerca in rapporto alle ipotesi iniziali dell’utente, anche perché ciascun suggerimento porta un’indicazione sulla quantità di unità informative associate ai differenti accostamenti. Nel secondo caso la ricerca viene condotta esclusivamente su materiali “accademici” (e quindi per esempio di Università, Centri di ricerca e riviste accreditate); Google scholar, insomma, in qualche modo affronta e risolve a priori il problema attendibilità e autorevolezza dei materiali archiviati, questione cruciale per la mediazione didattica. A parità di parole-chiave inserite, il numero di risultati è decisamente molto più basso rispetto all'uso del motore "standard", ma le procedure di ricerca sono fatte in modo da restituire informazioni sull'autore o sugli autori (aspetto che nella ricerca tradizionale è affidato esclusivamente al buon senso dell'utente) e da evitare materiali di tipo commerciale. Mentre scrivo queste note apprendo per altro dai quotidiani di un accordo tra Google e con alcune  università, le americane Harvard, Stanford e Michigan e la britannica Oxford, e con e la biblioteca di New York, che prevede che siano digitalizzati e scansionati milioni di libri per renderli consultatibili attraverso Internet, in modo totale o almeno parziale, qualora non siano scaduti i diritti d’autore. Anche se, in particolare per Google scholar, va probabilmente messa in conto una densità concettuale medio-alta dei materiali reperiti, sottolineo anche che queste soluzioni si connotano per certi aspetti anche come ricerca “protetta”, perché escludono in partenza materiali diseducativi o tali da turbare l’utente. A questo proposito richiamo l’esistenza di motori per bambini, come per esempio Baol. Professionalmente interessante nel settore formativo è anche “Teemot”, un metamotore di ricerca che interroga i principali motori sulla base del Thesaurus europeo dell’educazione. Un’altra questione che sta divenendo sempre più rilevante sul piano cognitivo per coloro che fanno ricerca sui Internet è la rappresentazione dei risultati delle interrogazioni ai motori: sono così iniziati alcuni interessanti tentativi di andare oltre la tradizionale “lista”, per proporre all’utente modalità di raggruppamento e di concettualizzazione differenti e più complete e chiare, almeno nelle intenzioni. Un esempio è Vivìsimo, metamotore che usa il sistema dei “clusters”, ovvero una suddivisione del totale dei risultati di una ricerca in sottoinsiemi, chiamati appunto “clusters”: ciascuno di essi è il frutto di un’elaborazione aggiuntiva dei materiali individuati che va oltre le parole-chiave inserite dall’utente individuando ulteriori possibili intersezioni concettuali dei contenuti. Un altro modo alternativo sia di reperire sia di organizzare e raggruppare i risultati è costituito dalla scelta delle “mappe”, fatta per esempio da WebBrain e di Kartoo, ma anche dall’ambiente TouchGraph Browser, che si basa su Google.  È utile infine sapere anche che esistono soluzioni logico-operative per interagire in qualche modo con le pagine, per esempio commentandole; si va da software commerciali per l’annotazione sul Web come Imarkup™,  alla barra strumenti offerta dal motore A9: chi si registra ai suoi servizi, può diventare utente riconosciuto e scrivere appunti sulle pagine che più gli interessano, appunti che saranno archiviati e rese disponibili ai successivi accessi, volendo insieme anche all’elenco delle ricerche già condotte.

 

 

In rete per approfondire (e provare!)

 

Google

www.google.it/

 

Google suggest

www.google.com/webhp?complete=1&l=en

 

Google scholar

http://scholar.google.com/

 

Google e le lingue

www.google.it/language_tools?hl=it

 

Altri servizi di Google

http://labs.google.com/

 

Baol

www.baol.it

 

Teemot

www.far.unito.it/teemot/

 

Vivìsimo

www.vivisimo.it

 

Kartoo

www.kartoo.com

 

WebBrain

www.webbrain.com

 

TouchGraph Google Browser

www.touchgraph.com/TGGoogleBrowser.html

 

Imarkup

www.imarkup.com

 

A9

http://a9.com