WebQquest: una buona prospettiva

 di Marco Guastavigna

 

Il “Piano nazionale di formazione alle competenze informatiche e tecnologiche del personale docente”[1] è in pieno svolgimento. Quando esso sarà terminato, in ogni scuola ci sarà una figura con compiti di consulenza sull’uso didattico delle risorse infotelematiche. È quindi ora di cominciare a pensare e progettare in termini di autentica fattibilità. E anche di smettere di illuderci: non avremo mai un computer per ogni allievo, e nemmeno uno ogni due. Non potremo pertanto mai far svolgere in modo significativo attività coinvolgenti tutti gli ambiti e contemporaneamente tutti gli studenti, ovvero tali da influire in modo considerevole su tutti i processi di apprendimento. Non possiamo di conseguenza continuare a ragionare in modo astratto e indifferenziato. Ogni ciclo scolastico, ogni singola scuola, definiti quali possano essere i valori aggiunti dell’introduzione degli ambienti digitali, deve avere la capacità di definire le sue priorità e di operare scelte, ovvero di decidere quali classi e quali allievi utilizzeranno i laboratori disponibili e quali attività svolgere, magari a rotazione.

Accanto a ciò sono però ipotizzabili due scenari interessanti:

a. valorizzazione delle risorse tecnologiche di cui molti allievi dispongono;

b. connessione a Internet di ogni aula, come prevedono gli impegni relativi all’e-government;

Il primo mette in evidenza la questione del senso: compito della scuola non è addestrare alle tecnologie, ma orientare l’apprendimento empirico che molti allievi hanno realizzato per conto loro con compiti significativi e con verifiche dei risultati.

Le potenzialità del secondo sono evidenti: si disporrà in classe di una finestra sulle risorse culturali a distanza, a cui attingere quando servono, integrandole nelle attività e nelle ricerche ordinarie della classe stessa; all’insegnante verrà chiesto di effettuare soprattutto mediazione culturale: quindi far imparare non come utilizzare un motore di ricerca, ma come validare e selezionare le risorse trovate.

Nell’una e nell’altra prospettiva possono venire utili i WebQuest: “Un WebQuest è un'attività che porta gli studenti a compiere ricerche sul Web, con l'obiettivo di scoprire maggiori informazioni su un particolare argomento o tema e di svolgere alcuni compiti utilizzando proprio le informazioni da loro raccolte. Per aiutare gli studenti a impostare l'attività, vengono forniti uno scenario, la descrizione dei compiti e un insieme di risorse. Grazie a quest’attività, gli studenti acquisiranno le capacità di ricercare informazioni nella Rete, di selezionare quelle più pertinenti e di applicare ciò che apprendono al contesto più adatto[2]”. Destinato a proporre agli studenti attività di ricerca strutturate e autenticamente fattibili, ideato nel 1995, presso l'Università di Stato di San Diego, da Bernie Dodge con il supporto di Tom March, il WebQuest si sviluppa secondo un modello che si è ormai affermato come un protocollo riconosciuto a livello internazionale. Gli insegnanti infatti definiscono scenario (contesto), compito, prodotto in cui raccogliere i risultati della ricerca,  modo di procedere, risorse di rete da consultare, eventuali altri materiali di riferimento, ed esplicitano quali sono le conclusioni a cui sarà possibile arrivare e criteri di valutazione del WebQuest, insomma chiariscono e garantiscono allo stesso tempo il senso e il significato della ricerca.

Se ne possono pensare vari usi didattici:

a.       l’insegnante analizza i WebQuest già disponibili in rete, e utilizza, eventualmente adattandoli, quelli che più sono consoni alle attività didattiche che sta svolgendo;

b.      l’insegnante produce sul sito della sua scuola un  nuovo WebQuest per i suoi allievi, sapendo anche che esso sarà disponibile per altri gruppi-classe;

c.       l’insegnante invita studenti particolarmente avvezzi all’uso della rete a produrre WebQuest per i compagni o per altri gruppi di ragazzi[3].

In tutti i casi l’esecuzione del WebQuest potrà essere svolta con le risorse infotelematiche dell’unità scolastica, ma anche quelle che ogni studente possiede in casa o ha disponibili presso parenti, amici o strutture pubbliche (tipicamente le biblioteche) e soprattutto si entrerà concretamente in un “circolo virtuoso” di utilizzazione collaborativa delle risorse della rete.

 

In rete per approfondire

 

Primavera dell’Europa - WebQuest

http://www.eun.org/eun.org2/eun/it/SpringSite_Resources/sub_area.cfm?sa=3276

Babilonia- una selezione di WebQuest

http://www.babylonia-ti.ch/webquestit.htm

Progetto di ricerca dell’Irre Puglia sul WebQuest

http://www.irrepuglia.it/webquest/index_irre.htm

The WebQuest Page at San Diego State University

http://webquest.sdsu.edu/

WebQuest Portal

http://webquest.org/

Una WebQuest sulla Svizzera per studenti svedesi

http://www.educanet.ch/home/ropoerio/

 



[1] Cfr. M.Guastavigna, “Formazione sulle TIC”, Insegnare, 2/2003

[2] La definizione è presa dal sito “Primavera dell’Europa”, del circuito European Schoolnet, dove sono presenti anche alcune esemplificazioni (cfr. la tabella in calce all’articolo.

[3] Si veda nella tabella in calce l’esempio di lavoro di studenti svizzeri per coetanei svedesi.