Rappresentare e gestire processi di scrittura - di Marco Guastavigna (pubblicato su Insegnare 2/2007)

 

Qualche tempo fa ho descritto alcuni programmi per il “creative writing”[1] e più recentemente ho presentato un ambiente di scrittura di testi sulla base di schemi di riferimento, Lyx[2]. Da allora ho proseguito la ricerca di materiali di questo tipo e le riflessioni su di essi. In primo luogo mi sono imbattuto in un sito Internet, Scriptbuddy, dove è possibile iscriversi e usufruire gratuitamente, a parte i costi di connessione, di un servizio di supporto alla scrittura di sceneggiature: assegnato un nome al proprio progetto, infatti, è possibile procedere nella sua realizzazione usando un modello-guida e scrivendo direttamente nel browser[3], nel quale si apre una pagina strutturata ed interattiva, quale che sia il sistema operativo da noi utilizzato. Per orientarsi si può ricorrere all’help in linea, abbastanza chiaro e, per capire che cosa si può fare, è anche possibile leggere e commentare i lavori altrui. Soprattutto, ho trovato ed analizzato con attenzione altri ambienti digitali di assistenza alla scrittura davvero interessanti, dei quali è possibile immaginare un impiego didattico produttivo. I colleghi sono invitati a scaricarne le versioni di prova, seguendo le indicazioni riportate in calce all’articolo, perché solo l’esperienza diretta può far comprendere fino in fondo le caratteristiche dei diversi programmi che qui di seguito illustrerò nella loro logica operativa di fondo. Cominciamo da WriteItNow, “Novel writing software” disponibile per Windows e per Macintosh e pensato per la composizione di racconti. Quando si avvia, il programma dà immediatamente modo di comprendere la sua struttura: presenta infatti a titolo esemplificativo una sorta di scomposizione procedurale del progetto creativo sotteso alla scrittura di “Alice in Wonderland” da parte di Lewis Carroll nel 1862. Questi dati sono infatti contenuti nella scheda “Preview”, che si accompagna ad altri spazi di scrittura distinti uno dall’altro e contemporaneamente interconnessi tra loro: “Chapters”, “Characters”, “Events”, “Locations”, “Ideas”, “Notes”, “Charts”, “Submissions”. Se l’ultima scheda è davvero riservata ai professionisti della scrittura - tanto è vero che nell’esempio contiene i riferimenti all’editore Green Book Publishers, a cui il testo risulta essere stato spedito il 17 marzo 1887 e che diede il proprio gradimento il 28 dello stesso mese, per poi pubblicarlo il 9 settembre 1888 e pagare i relativi diritti il 28 luglio 1889 - le altre hanno una evidente potenzialità didattica, perché contribuiscono contemporaneamente a rappresentare la complessità del processo di scrittura ed a dimostrarne la gestibilità attraverso il ricorso intenzionale ad una strumentazione ricorrente e riconoscibile. L’utente del programma viene infatti stimolato a separare non tanto e non solo le diverse fasi, ma anche le prospettive con cui affrontare il processo stesso, e di conseguenza a produrre materiali testuali da integrare progressivamente gli uni con gli altri. La “storia” vera e propria si svilupperà infatti nello spazio “Chapters”, ma nella scheda “Characters” i personaggi possono essere definiti dal punto di vista della “Description”, della “Personality” e della “Relationship[4]”, così come all’impostazione ed all’approfondimento degli avvenimenti è riservata la zona “Events”, mentre “Locations” servirà all’ideazione ed alla descrizione dei luoghi. “Ideas” e “Notes” sono invece spazi liberi, in cui collocare eventuali materiali testuali che sfuggano ad una collocazione precisa. “Charts” serve a tenere sotto controllo i tempi di sviluppo interno della vicenda. Ciascun elemento di ciascuno spazio è poi “linkabile” (connettibile in modo attivo) ad un’altra; lo sviluppo della trama di Alice, per esempio, contiene frequenti collegamenti alle schede dei personaggi, dei luoghi e degli eventi: con un semplice click si passa dalla prima volta in cui compare il White Rabbit alla scheda identificativa di questo personaggio. Qualora il testo contenuto nella scheda risulti integrabile con la stesura in corso, sarà anche possibile inserirlo direttamente nel punto in cui serve. Ovviamente è possibile esportare tutto il materiale ideato o una sua parte (per esempio quanto scritto nello spazio “Chapters”) verso un word processor “tradizionale”, in cui completare la stesura della propria opera. Anche Writer’s Café, “a place to be creative” disponibile oltre che per Windows e Macintosh anche per alcune distribuzioni di Linux, propone una sorta di scomposizione del processo di realizzazione di un prodotto narrativo. Il programma principale infatti si fonda sulla metafora dell’album, nel quale raccogliere spunti, immagini, indirizzi web e direttamente dal quale partecipare a forum di discussione in rete su varie tematiche di tipo narratologico. La parte più interessante è però un modulo del programma che funziona anche come ambiente autonomo; “StoryLines” offre infatti la possibilità di visualizzare contemporaneamente  e di gestire dialetticamente la propria “storia” secondo tre prospettive: l’outline, ovvero la definizione degli snodi essenziali della narrazione, a ciascuno dei quali è associabile una card, una di sviluppo molto articolata e, soprattutto, la “Storyline” vera e propria, con cui è possibile rappresentare vari punti di vista (dal narratore unico alla presenza nell’intreccio di diversi personaggi), sempre collegando direttamente i vari punti con le relative schede di ampliamento. Anche questo programma è fornito di materiali esemplificativi.

Concludo presentando Keynote, programma free prodotto solo per Windows. In questo ambiente la schermata di lavoro viene divisa verticalmente in tre zone, ridimensionabili a piacere, ciascuna delle quali ci consente di impostare  un diverso approccio al processo di scrittura del medesimo documento. La parte di schermo a destra è destinata alla stesura di appunti, ma anche alla raccolta di indirizzi Internet utili nell’occasione e alla gestione di quanto si sarà via via raccolto ed archiviato: contiene per esempio la funzione di ricerca di parole o uno spazio per le procedure “macro”[5]. La zona di sinistra serve invece a gestire l’articolazione di “Note” (insieme di appunti, base del software) in “Nodes” (unità informative), ciascuno dei quali avrà un nome e potrà essere inserito in una struttura sequenziale e/o gerarchica. La zona centrale, infine, serve ad assegnare ad ogni Node un contenuto specifico. Ovviamente si può in qualsiasi momento intervenire sulla struttura creata, modificandola sia dal punto di vista sequenziale sia dal punto di vista gerarchico, oltre che sui singoli nodi e sul loro contenuto. In sintesi, Keynote consente di concepire unità informativa connesse tra di loro ma indipendenti, perché la loro relazione con l’insieme dei nodi ed il suo contenuto sono rappresentanti da zone distinte, rispettivamente la parte di sinistra e quella di centro della schermata. Ciò rende le operazioni sui diversi nodi più semplici ed immediate, ma soprattutto apre nuovi spazi logici all’implementazione del processo di scrittura: chi realizza un progetto di testo con Keynote potrà vedere il suo lavoro dall’interno (come con l’outliner[6] implementato da alcuni word processors), ma anche dall’esterno. L’insieme costituito da una Note potrà infatti dedicare alcuni Nodes alla più tradizionale trattazione del contenuto (scaletta, stesura e così via), ma potrà prevederne nelle stessa struttura altri consapevolmente dedicati a suggerimenti relativi a diverse tipologie di testo, ma anche a riflessioni sulle fonti, sulle conoscenze necessarie per sviluppare il testo, sui destinatari e così via. Keynote, insomma, è utilizzabile come “contenitore” digitale -e quindi per definizione flessibile- dei diversi passaggi ed aspetti preliminari all’elaborazione di un testo e non è un caso che preveda l’integrazione con un word processor tradizionale, in cui realizzare una stesura lineare: una volta terminato il processo di orientamento, ideazione, raccolta e organizzazione di materiali testuali, potremo infatti “esportare” i segmenti di testo nel nostro programma di videoscrittura  abituale, in cui terminare il lavoro.

Concludo citando un progetto che ho appena segnalato via posta elettronica ad un mio allievo a cui piace scrivere racconti. Si tratta del primo wikiromanzo, ideato da Penguin, rivolto soprattutto agli studenti dell’Università di Leicester e scritto in modo collaborativo sulla rete, amillionpenguins.com. Per partecipare al progetto, che oltre allo spazio per la stesura vera e propria comprende uno zona per la discussione, un blog e numerosi materiali di supporto, basta iscriversi. Il tutto è stato presentato come una scommessa e deve terminare entro metà marzo 2007. Lo sponsor ha messo in conto sia di avere materiale che meriti una pubblicazione tradizionale sia che la “scommessa” possa essere un fallimento. Il lettore potrà verificare in prima persona cosa sia accaduto davvero.

 

Su Internet per approfondire

 

Scritpbuddy

http://www.scriptbuddy.com/

WriteItNow

http://www.ravensheadservices.com/

Writer’s Café

http://www.writerscafe.co.uk/

I forum “letterari”

http://www.writerscafe.co.uk/forums/

Literary Machine 2000 - programma free di gestione dei propri scritti narrativi

http://www.sommestad.com/LM_2_1.htm

Keynote

http://www.tranglos.com/free/keynote.html

Penguinwiki

http://www.amillionpenguins.com/wiki/index.php/Main_Page

 



[1] Cfr. M. Guastavigna, “Creatività propedeutica”, in Insegnare 10, 2005

[2] Cfr. M. Guastavigna "Ciò che vedi è ciò che vuoi significare", Insegnare, 7-8, 2006

[3] Il programma con cui navighiamo in rete.

[4] I rapporti con altri personaggi.

[5] Le macro sono sequenze di operazioni che vengono eseguite ripetutamente e che vale quindi la pena rendere automatiche, assegnando loro un nome unitario e trasformandole in un singolo comando impartibile all’interfaccia di lavoro, che eseguirà tutta la procedura.

[6] “L’outliner è un potente strumento di organizzazione di un testo, anche molto complesso. Permette di lavorare con la tecnica di scrittura denominata outline, ovvero definire gli argomenti generali (capitoli) e quelli particolari (paragrafi), di spostarli e organizzarli come si vuole, di visualizzare il testo comprimendolo o espandendolo dal livello generale a tutti i livelli. Successivamente si lavora sul testo vero e proprio, all'interno dei vari blocchi delimitati dai livelli.” da Wikipedia -http://it.wikipedia.org/wiki/Outliner. Un esempio classico di outliner è la visualizzazione Struttura di Microsoft Word.