"Nel 1992 il programma di videoscrittura Microsoft Word presentava 311 diversi comandi: una quantità mostruosa, maggiore di quanto avessi ritenuto possibile quando scrissi quel libro nel 1988. Chi potrebbe mai imparare trecentoundici comandi per un solo programma? Chi ne avrebbe mai alcuna voglia? Chi potrebbe mai averne bisogno? Risposta: nessuno. Eppure eccoli lì, per tutta una serie di motivi. In parte, perché quest'unico programma deve coprire il mondo intero, e quindi, in linea di principio, a ciascun comando corrisponde almeno un utente da qualche parte che lo ritiene indispensabile. In parte, tuttavia, ciò è dovuto ai programmatori: essendo tecnicamente possibile ottenere quelle opzioni, allora meglio attivarle. Ma la ragione più importante riguarda il marketing. Il mio programma è più grande del tuo. E migliore.

Può fare più cose. Ho tutto quello che hai tu, e anche di più. Forse iperfunzionalismo acuto non è il termine corretto: dovrebbe essere chiamato iperfunzionalismo rampante. Credete forse che 311 comandi siano tanti per un programma di videoscrittura? Cinque anni dopo, nel 1997, il medesimo software, Microsoft Word, ne presenta 1033. Mille e trentatre."

Donald Norman, "Il computer invisibile", Apogeo, Milano, 2000 - pag. 85

[il libro a cui si riferisce Norman nella citazione è stato tradotto in italiano con il titolo "La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani", Giunti, Fi, 1990]